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LA SANTERIA CUBANA, La genesi

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view post Posted on 1/4/2008, 12:35
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Magia, mistero, superstizione, filtri d'amore e di morte, in un miscuglio magico animico e sensuale, la Santeria, la vera religione di Cuba, si rifà ad antichi retaggi africani e spagnoli, confondendo in un mix al di fuori delle nostre concezioni ed attese, il sacro ed il profano.

Olofi passeggiava nello spazio infinito dove solo c'erano fuochi, fiamme e vapori densissimi. Era così che Olofi voleva l'universo. Ma venne il giorno in cui si annoiò del fatto di non avere qualcuno con cui parlare, decise che era il momento di abbellire quel luogo, tanto cupo e ostile. Così scaricò la sua forza in un modo tale che l'acqua cadde in un diluvio. Ci furono parti solide che lottarono contro quest’attacco, così si formarono grandi buchi nella roccia, gli oceani, dove risiede Olokun, dea che nessuno può vedere, e le cui forme la mente umana non può neanche immaginare.
Nei luoghi più inaccessibili dell'oceano germogliò Yemayà con le sue alghe, le sue stelle di mare, i suoi coralli, i suoi pesci colorati, incoronata da Ochumare, l'arcobaleno, brillando con i suoi colori azzurro e argento. Olofi la dichiarò madre universale, madre di tutti gli Orishas, dal suo ventre nacquero le stelle e la luna, questo fu il secondo passo della creazione. Olordumare, Obatalà, Olofi e Yemayà decisero che il fuoco, spento in alcune zone, e ancora forte in altre, venisse completamente assorbito dalle profondità della terra, attraverso il temuto e venerato Aggayù Solà, nella sua rappresentazione dei vulcani e delle misteriose profondità.
Mentre si spegneva il fuoco, le ceneri si sparsero per tutte le parti formando terra fertile, la cui rappresentazione è Orichaoko, che la rese forte e permise raccolti e la nascita degli alberi, frutti e erbe. Per i suoi boschi passava Osain, con la sua saggezza ancestrale sulle proprietà curative delle erbe, alberi e legna. Nel luogo in cui caddero le ceneri, nacquero le paludi; dalle loro acque stagnanti sorsero le epidemie e le malattie, personificate da Babalù Ayé, Sakpanà e Chapanà.
Yemayà la saggia, la generosa, madre di tutto e di tutti,decise di dare delle vene alla terra e creò i fiumi, d’acqua dolce e potabile, per quando Olofi volesse creare l'essere umano. Così sorse Ochùn la signora dei fiumi, dell'amore, della fertilità, della sensualità. Le due divinità si unirono tra loro con un legame di fratellanza d’incalcolabile ricchezza.
Olofi decise di ritirarsi e di vivere lontano, dietro il sole, Olorun, e lasciò come suo rappresentante ed esecutore dei suoi ordini Obatalà,il quale creò gli esseri umani. E qui iniziò il caos; Obatalà, così limpido e puro cominciò a soffrire le prepotenze degli uomini, i bambini si lavavano in lui, i fumi dei forni lo sporcavano, le mani degli uomini gli strappavano parti pensando fosse solo erba, poiché egli era tutto.
Stanco per tutte le sporcizie, si rifugiò tra le nubi e l'azzurro del cielo. Da li osservò il comportamento dell'essere umano, si accorse che il mondo si popolava in maniera smisurata e, non esistendo la morte, decise di crearla, come aveva forgiato gli altri Orishas, chiamandola Ikù.
 
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