| Nel mio blog, dove scrivo vari articoli, ho voluto brevemente produrre delle considerazioni sui latini. Vi chiedo di rispondere, qualora lo vogliate, su questo tema.
Quante volte abbiamo ascoltato le frasi davvero stravaganti del tipo “siamo latini”, “abbiamo l’anima latina” e perché no magari anche il sangue. Ma chi sono i latinoamericani? Abbiamo qualcosa in comune con loro? I popoli che geograficamente si situano nella parte occidentale del pianeta e che “ il genovese “ chiamò indiani, sono stati conquistati, vessati e sterminati purtroppo dalla avidità imperialistica delle due maggiori potenze del tempo, la Spagna ed il Portogallo. Gli italiani, invece, furono meri protagonisti di un talento, seppur tradizionalista, dell’arte della navigazione che a ricordar le imprese ci rimanda addirittura ad un’imbarcazione che si avventurò nei mari d’occidente già nel 1291. Il Cinquecento ed il Seicento sono due secoli che rientrano nella cosiddetta seconda logistica europea quando le esplorazioni e le innovazioni furono dirompenti. Colombo, Caboto, Verrazzano, Magellano a loro dobbiamo la scoperta delle americhe, in molti paesi spiccano alte le statue delle loro memorabili imprese, come nel caso di Colombo a Portorico, per fare un esempio. La maggior parte del territorio americano raggiunse l'indipendenza nei primi decenni del diciannovesimo secolo quando si diffuse la dizione ispano-americana, che ricordava il vecchio impero di lingua spagnola (terribili conquistadores) ed escludeva il vasto Brasile. Fu preferita quindi per un certo periodo la denominazione ibero-americana. La presenza di un'America che si presentava come anglosassone, bianca, protestante, in continua espansione rispetto a un'America che si voleva meticcia, con forte sincretismo religioso e disorganizzata, feriva l'orgoglio di molti intellettuali. Trovò allora consenso l'espressione Nuestra America, poi america latina. L'attuale configurazione cominciò a essere abbozzata quando il trattato di Tordesillas (1494) regolamentò la bolla papale che divideva il continente fra le due corone. In pratica, la cosiddetta linea di demarcazione immaginaria divideva il mondo al di fuori dell' Europa in un duopolio esclusivo tra la Spagna ed il Portogallo, cristiano e non cristiano, in due emisferi, per intenderci da nord a sud dei due poli. Credo che in questo mio intervento si possa concludere dicendo che l’animo latino è unico di quel popolo, il quale a lungo è stato sottoposto a privazioni, deportazioni e abusi che ne hanno rafforzato il carattere, l’identità e la dignità; dunque il raffronto con l’Italia v'è solo eventualmente in minima parte. Infine non si può, evidentemente, negare che se le galee a remi autorizzate dalla corona di Spagna non avessero toccato terra nelle nuove indie probabilmente non ci sarebbe stato lo sterminio di milioni di indigeni che forse oggi sarebbe parte importante di una popolazione primigenia, pacifica (com’erano i Tainos), libera. Se ciò non fosse accaduto però non avremmo mai conosciuto quel fenomeno definito latinoamericano che tanti vogliono imitare. Inutile secondo me per concludere ricercarne confronti linguistici, etnici e antropologici, le nostre sono radici che affondano ed ereditano in ben riconosciute epoche che devono renderci fieri ed orgogliosi.
con affetto Max
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