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Lippi: "No a Totti e Nesta in azzurro.Parlai con Abete prima degli Europei", Dopo Donadoni, torna il ct campione del Mondo.

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view post Posted on 2/7/2008, 12:09
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Roma, 1 luglio 2008 - Giacca blu, camicia celeste, abbronzatura d'ordinanza e un paio di chili in piu'. Gli anni, giusto appunto due, per Marcello Lippi sono passati solo in una pancetta appena accennata. Il ciuffo brizzolato alla Paul Newman e' sempre quello, la grinta e il piglio sono gli stessi. 'Non mi sono mica imborghesito...'. Aveva lasciato, di fatto, in una afosa mattina tedesca. Gli occhi ancora stanchi da una notte di festeggiamenti.


Nell'affollata sala stampa dello stadio di Duisburg con davanti la Coppa del Mondo vinta la sera prima a Berlino alla fine di un biennio con due sole sconfitte. La nuova avventura, con oltre un'ora di conferenza, comincia invece in un caldo pomeriggio romano all'Hotel Parco dei Principi di Roma davanti al sonnolento pomeriggio del parco di Villa Borghese, che cuoce al sole dei trentotto gradi romani. In questi due anni per 'nonno Lello' tante passeggiate sul lungomare di Viareggio insieme al nipotino.


"Da poco tempo ha capito chi sono - dice nonno Lippi - un giorno e' arrivato da me e mi ha detto, ma tu sei Lippi? Mi e' venuto da ridere. Quando lo vado a prendere a scuola e vede i compagni che mi chiedono l'autografo un po' e' stranito'. Per Lippi due anni passati fra Viareggio e Milano. Gli studi di Sky come seconda casa per commentare le vicende della Champions League. 'Mi sono voluto tenere informato - ha aggiunto il nuovo ct - perche' il calcio e' la mia vita'. Tanto sole, barche, mare e anche tante visite presso Universita', federazioni, scuole, per raccontare le emozioni del Mondiale, la gestione e la costruzione di un gruppo, tanti incontri, tanto affetto, tante manifestazioni di stima che l'hanno fatto pensare al ritorno, che gli hanno fatto di nuovo sposare i colori azzurri.


'Torno per vincere'. Queste le prime parole di Marcello nell'affollata sala del famoso hotel romano.
'Torno perche' ho voglia di riprovare le stesse emozioni che ho provato nei due anni che sono stato alla guida della Nazionale. E non parlo solo in termini di vittorie, ma anche in termini di lavoro insieme, di vita vissuta insieme ai giocatori e al mio staff, di quello che abbiamo costruito insieme. Io la Nazionale non l'avrei mai lasciata, ma ho dovuto farlo...'.


- I PERCHE' DEL RITORNO - Il neo ct ci tiene subito a precisare alcune cose. 'Innanzitutto il fatto che sia qui- dice Lippi- vuol dire che purtroppo le cose non sono andate come ci si aspettava all'Europeo. Io credo che Donadoni abbia fatto un buon lavoro e l'ho spesso detto quando mi e' stato chiesto. Non sono stati certo due anni persi. E quando il presidente Abete e' venuto da me e mi ha chiesto l'eventuale disponibilita' a tornare sulla panchina dell'Italia, io non ho voluto prendere alcun impegno con lui. Anzi, ho detto: 'Fate gli Europei e poi si vedra', anche perche' se le cose vanno come tutti speriamo e' giusto che la Nazionale vada avanti cosi'. Altrimenti io sono a disposizione'. Ecco come mi sono comportato. Il giudizio sul mio stile lo lascio agli altri. Ma mai avevo firmato un contratto prima degli Europei. A onor del vero devo firmarlo ancora oggi... (un biennale da circa 1,5 milioni di euro a stagione, ndr). E' stato detto poi che io volevo carta bianca. Io, invece, ho solo chiesto ad Abete di poter lavorare con il mio vecchio staff, se questo e' avere carta bianca...'. Lippi spiega ancora come mai aveva lasciato la Nazionale e il perche' del suo ritorno: 'Ho lasciato la Nazionale perche' soffrivo troppo per le cose che erano state dette e scritte su di me e sulla mia famiglia in quel periodo. L'amarezza era tanta. Allora nessuno aveva modo di potersi difendere, oggi invece da questo punto di vista tutto e' cambiato. C'e' un dibattito pubblico e chiunque ha la facolta' per dire come stanno le cose. In quel momento la mia amarezza era tale che non potevo restare, ma il mio amore per i colori azzurri e la bellezza delle sensazioni che avevo provato erano tali che mi hanno fatto decidere per il ritorno, quando ce n'e' stata la possibilita'. I sondaggi? Io non li ho letti, ma dove sono andato l'affetto nei miei confronti e' stato tantissimo. In questi due anni ho incontrato tanta gente, e il loro entusiasmo e' stato veramente molto gratificante per me'.


- LE OFFERTE RICEVUTE - Il ct nega che in questi due anni non ci siano state offerte, anzi... 'Di offerte ne ho ricevute tante, molte le ho scartate perche' non mi andavano bene, altre perche' non sarei mai riuscito ad allenare un'altra Nazionale dopo aver vinto con quella italiana. Ad un certo momento, poi, il desiderio di rientrare e' stato tanto e quando Abete ha chiesto la mia disponibilita' nel caso le cose non fossero andate bene, non ho avuto problemi a darla. Mi sentivo in debito con la Federazione e ho voluto ripagarla aspettando. Ma, lo ripeto, non e' vero che avevo gia' firmato prima degli Europei'. 'Anche perche'- aggiunge il presidente Abete- se l'Italia avesse raggiunto le semifinali il rinnovo di Donadoni sarebbe stato automatico'.


- TOTTI E NESTA, RIENTRI DIFFICILI - Inevitabile non toccare il discorso di Totti e Nesta. I due che hanno lasciato la nazionale al momento dell'addio di Lippi e che ora potrebbero tornare nel giro azzurro. 'Bisogna avere rispetto del concetto espresso da questi due grandi giocatori- dice Lippi- Loro hanno preso la loro decisione e va rispettata. Nella maniera piu' assoluta, quindi, io non ho intenzione di prendere in considerazione un loro ritorno. Un suggerimento che voglio dare invece a chi capira', in futuro, che il doppio impegno e' logorante. Dica che si vuole fermare per un po', ma non dica che lascia la Nazionale, cosi', magari puo' ripensarci... Se telefonero' a Totti e Nesta? Io con loro mi sento spesso, ma non abbiamo mai parlato di Nazionale. Io non gli telefonero', se dovessero farlo loro, vedremo valuteremo e poi alla fine decideremo cosa e' meglio fare'.


- I GIOVANI, I 'VECCHI' E L'EFFETTO SPAGNA - Lippi non e' d'accordo con chi dice che l'Italia e' da rifondare.
'Non facciamo l'errore di farci travolgere dall'ondata della Spagna, che adesso ha fatto bene con giocatori giovani. Nell'Italia di oggi ci sono ancora tanti giocatori che possono fare il bene della Nazionale azzurra. Vedrete che molti giocatori della squadra campione del mondo torneranno utili. Bisogna fare un giusto mix fra passato e futuro. L'Italia ha molti giovani forti anche nell'Olimpica, cui vanno i miei auguri per l'avventura che sta per iniziare. Io poi i giovani li ho sempre tenuti in considerazione. Pensate a De Rossi che ho fatto esordire giovanissimo. Io credo che la Nazionale sia l'espressione massima del calcio italiano, non le squadre di club. E sono tuttora convinto che l'Italia abbia una delle squadre piu' forti al mondo. Ora tutti si riempiono la bocca con la Spagna, ma questi giocatori hanno avuto anche loro un percorso. Gli stessi giocatori sono quelli che due anni fa sono usciti agli ottavi di finale del Mondiale. Loro sono stati bravi ad avere pazienza, a creare un gruppo compatto, una squadra, e alla fine e' arrivato il risultato. Ma il lavoro di Aragones e' stato quello di creare un gruppo solido e compatto dove chiunque entrava era parte integrante del progetto'.


- IL NUOVO PROGETTO DI LIPPI - E proprio di progetto Lippi vuole parlare. Il Ct azzurro vuole ricostruire una squadra nel vero senso della parola. 'Torno per cercare di vincere, non puo' essere diversamente. Squadre come Italia, Argentina, Francia, Brasile, Germania non partecipano ai Mondiali solo per giocarli, ma per vincerli. Questo voglio fare. Ma, come dissi ai ragazzi due anni fa, bisogna andare per gradi. Prima dovremo qualificarci, perche' non e' scritto da nessuna parte che il girone di qualificazione sia facile, poi in quel caso penseremo al resto. Ora l'importante e' ripartire da un gruppo compatto da un gruppo di giocatori importanti che ho lasciato due anni fa, naturalmente integrati da altri. Per quanto riguarda i moduli e' presto per parlarne, vedremo. L'importante sara' creare un'organizzazione di gioco, davanti ad un grande portiere, che abbiamo, con davanti due o tre giocatori che possono dare il giusto apporto di fantasia. La squadra deve essere compatta, propositiva, intraprendente e aggressiva. Ma una formazione forte non e' solo quella che impone il suo gioco, ma anche quella che si sa difendere e ripartire velocemente. Questo e' quello che impone il calcio moderno'.


- LE SQUADRE DI CLUB E GLI ORIUNDI - 'Con gli allenatori delle squadre di club avro' un rapporto serrato e continuo- aggiunge Lippi- come avevo nei due anni che sono stato alla guida dell'Italia. Non mettero' bocca nel loro lavoro, perche' so quanto e' difficile e importante. Parlero' con loro solo dei giocatori. Anche nella mia passata gestione, alcune amichevoli servivano per far acquisire esperienza internazionale ai piu' giovani e magari in queste non chiamavo gli altri che, pero', rimanevano a casa a lavorare e ad allenarsi. Le porte sono aperte a tutti. La Nazionale e' un sogno, quindi ogni giocatore azzurro dai 18 ai 40 anni puo' aspirare a coronare questo sogno. Gli oriundi? Io non ho niente in contrario. Non mi sembra comunque che la Federazione vada ad inseguire nessuno. Io voglio solo gente convinta di voler giocare con questa maglia e non chi mi dice vediamo se prima mi chiamano dall'altra parte. Se vedro' questo tipo di convinzione non avro' problemi a chiamare chi si sente italiano'. A cominciare da Amauri.


- LO STAFF - Per concludere, lo staff. 'Ho chiesto ad Abete di poter lavorare con il medesimo staff, perche' la sintonia che si era creata e' stata perfetta e ci ha portato dove ci ha portato. Unico inserimento quello di un uomo di spessore come Peruzzi, che comunque la Federcalcio aveva gia' adocchiato'. Peruzzi iniziera' presto il corso di Coverciano per prendere il patentino di terza categoria. Confermato il preparatore dei portieri Ivano Bordon, che e' rimasto anche nell'era Donadoni, torneranno poi il vice allenatore Narciso Pezzotti, che si rechera' anche in Cina per visionare l'Olimpica, e il responsabile dello staff medico Enrico Castellacci. Detto dell'inserimento come collaboratore tecnico di Peruzzi, che diventera' comunque uomo della Federazione, torneranno, anche se faranno parte dello staff solo nei periodi di convocazione, Ciro Ferrara, anche lui come collaboratore tecnico, Vito Scala, come fisioterapista, e Claudio Gaudino, come preparatore atletico. Primo appuntamento l'amichevole di Nizza con l'Austria il 20 agosto.


LIPPI SFIDA LA STORIA, SOLO POZZO IRIDATO BIS DOPPIO TRIONFO NEL 1934 E 1938.


Marcello Lippi, tornato sulla panchina della Nazionale, provera' a imitare Vittorio Pozzo, unico ct nella storia del calcio a riconfermarsi campione del mondo (1934 e 1938).
 
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