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Riccò: «Tornerò più forte di prima», Il corridore rilasciato. Licenziato insieme a Piepoli

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kankuro91
view post Posted on 18/7/2008, 18:52




ROMA, 18 luglio - La Saunier Duval-Scott ha licenziato Riccardo Riccò e il suo compagno di squadra Leonardo Piepoli. Tramite un comunicato, la formazione ha fatto sapere che «in riferimento all'inchiesta della Gendarmeria francese su Riccardo Riccò, il general manager Mauro Gianetti condivide la generale sorpresa ed amarezza suscitata dall'avvenimento, comprende la reazione del direttore del Tour e si duole di essere stato ingannato avendo dato fiducia a chi non la meritava. Annuncia che ieri ha svolto personalmente un'indagine in seguito alla quale è venuta meno la fiducia non solo nei confronti di Riccardo Riccò ma anche nei confronti di Leonardo Piepoli per la violazione del codice etico della squadra. Conseguentemente ha risolto il rapporto di lavoro con entrambi».
Gianetti sottolinea come la squadra ha sempre sorvegliato gli «atleti con il massimo scrupolo possibile, pretendendo da loro, in ogni occasione e circostanza, una condotta lineare e sportivamente inappuntabile. All'atto della stesura dei contratti, ponendo come condizione imprescindibile il più totale rigore etico, dai corridori abbiamo sempre ricevuto le massime garanzie e lo stesso Riccò mi giurò sulla testa di sua madre che mai avrebbe fatto ricorso a pratiche illecite per migliorare le sue prestazioni. Malgrado tutti gli sforzi compiuti, confidando nell'efficacia dei controlli esterni ed interni, non siamo riusciti ad evitare questa assurda situazione e oggi, come squadra, ci sentiamo vittime dell'irresponsabilità di coloro che, con la criminale smania di primeggiare, mettono a repentaglio gli investimenti milionari degli sponsor e le prospettive occupazionali di decine di onesti lavoratori».

INDAGINE INTERNA - La decisione del team è stata presa alla luce di un'indagine interna: il general manager della Saunier, Mauro Gianetti si dice addolorato «di essere stato ingannato avendo dato fiducia a chi non la meritava». «Abbiamo sempre sorvegliato i nostri atleti con il massimo scrupolo possibile - ha spiegato Gianetti -. Abbiamo preteso da loro, in ogni occasione e circostanza, una condotta lineare e sportivamente inappuntabile. All'atto della stesura dei contratti, ponendo come condizione imprescindibile il più totale rigore etico, abbiamo sempre ricevuto dai corridori le massime garanzie e lo stesso Riccò mi giurò sulla testa di sua madre che mai avrebbe fatto ricorso a pratiche illecite per migliorare le sue prestazioni». Gianetti ha ritenuto inevitabile il provvedimento di risoluzione del contratto con i due atleti capaci di conquistare tre tappe al Tour in corso, l'ultima con Piepoli lunedì scorso ad Hautacam. Piepoli, 37 anni, aveva ottenuto lo scorso anno l'archiviazione di un procedimento a suo carico in tema di doping al Giro d'Italia 2007 da parte della Federciclismo del Principato di Monaco per cui è tesserato.

RICCO' RILASCIATO - Riccardo Riccò è stato incriminato e andrà sotto processo in Francia per il reato di «uso di sostanze tossiche», ha annunciato il procuratore della Repubblica di Foix. Il corridore è stato per il momento rilasciato dopo lo stato di fermo, ed è ripartito partito a bordo di un'auto.

IL CORRIDORE: «TORNERO' PIU' FORTE DI PRIMA» - «L'amarezza è tanta, ho fatto una notte in gendarmeria, ho dormito in prigione e poi il magistrato mi ha ascoltato, mi hanno perquisito la borsa ma hanno trovato solo vitamine», ha commentato Riccò. «Il giudice ha deciso di mandarmi a casa perché non c'era niente -ha spiegato il corridore- Usato epo? Lo saprete nei prossimi giorni, parlerò con il mio avvocato e poi inizieremo a difenderci. Il licenziamento? È il meno, è la routine delle squadre. Io chiederò le controanalisi e poi vedremo. Tornerò e tornerò più forte di prima».

DI ROCCO: «DELUSIONE E SCONFORTO» - «Ci sono delusione e sconforto». Renato Di Rocco, intervistato dalla Rai durante la telecronaca della tredicesima tappa del Tour de France, parla del caso Riccò. Il presidente della Federazione ciclistica italiana è diviso tra la soddisfazione per la concretezza dei controlli e la delusione per la positività di un corridore italiano. «Non so se essere contento- spiega- Credo non ci possa essere una risposta definitiva. Siamo convinti che gli strumenti messi a punto aiutino a migliorare le condizioni del ciclismo, ma questo diventa un demerito laddove si scopra un nuovo caso». Poi, Di Rocco rivolge un appello a Riccò. «Se dovessi parlare con lui - dichiara - gli offrirei il mio sostegno umano, come padre. Poi chiederei di dire la verità per crescere e fare qualcosa di buono per il suo mondo e per i suoi colleghi».
 
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